Mesagne appartenente all'Altosalento, nella provincia di Brindisi, situato a 15 km dal capoluogo lungo l'antica via Appia. La sua morfologia è pianeggiante. Si trova nell'entroterra e l'approdo più vicino alla costa è sul mare Adriatico, nel territorio brindisino. Il mar Ionio si trova invece a poco meno di 40 km.

Cenni storici

Gli storici locali nel '500 la vollero accreditare col nome di Messapia, capitae dei Messapi. Rafforzarono poi questa tradizione, dando vita ad un'Accademia cui posero il nome Messapia sui monumenti sacri. Dal latino "medianus" (=città di mezzo) fra Brindisi e Oria, sulla Via Appia. Gli abitanti si chiamano Mesagnesi. Fondata dai Messapi nel V secolo avanti Cristo col nome di Metania, fu romana e si chiamò Mesania, confermando l'importanza della posizione geografica a metà strada fra Oria e Brindisi, lungo la Via Appia. Annibale la distrusse nel 211 a.C. I Normanni (o gli Svevi) la munirono di una rocca. Lo svevo Manfredi la fece radere al suolo dai Saraceni, perché si era schierata con il Papa (alleato degli Angioini e avversario degli Svevi).
Due anni più tardi (1256) lo stesso Manfredi fece ricostruire il Castello, munendolo di torri, mura e fossati; ma furono soprattutto gli Angioini a ricostruire l'abitato e a rafforzarne le difese riedificando il Castello. Con la fine della feudalità, decretata da Giuseppe Bonaparte, la città assurse al rango di capoluogo di distretto (con Lecce e Taranto, fu il terzo capoluogo di Terra d'Otranto).

Durante gli anni del Risorgimento fu sede di vendita carbonara e di un circolo della mazziniana "Giovine Italia".